lunedì 4 luglio 2016

Cos’è una Comunità Socio-Educativa ad Alta Autonomia

(o Gruppo Appartamento)


Il Gruppo Appartamento è un presidio residenziale di ridotte dimensioni, accoglie ragazzi con gravi problemi di relazione con le famiglie, o privi delle stesse, senza valide figure di riferimento e bisognosi di un nuovo rapporto affettivo ed educativo. Accoglie minorenni alle soglie della maggiore età, o giovani adulti che presentano disagi esistenziali e nevrosi del carattere (disturbo alimentare, disturbo comportamentale, disturbo del carattere, alcolismo, invalidità, cronicità...), sintomatologia che evidenzia la necessità di un programma di emancipazione dalla famiglia di origine.”[1]
Questo tipo di Comunità è riservata anche a quei minori che provengono da esperienze di altre Comunità in cui hanno già compiuto un percorso formativo specifico per cui ne sono usciti prima che un’eventuale ulteriore permanenza nella stessa Comunità potrebbe essere controindicata.
Hanno capacità di autonomia notevole ma mancano di un sostegno genitoriale.
La Comunità completa la loro educazione sociale e volge il suo lavoro nella conservazione delle qualità estrinseche del minore per accompagnarlo al termine  della sua attività scolastica e alla sua integrazione nel mondo del lavoro.
L’età di questi ragazzi è quella prossima ai 18 anni con possibilità di ospitare anche ragazzi fino ai 21 anni e quindi è di grande importanza la possibilità che la Comunità deve dare loro di rapportarsi in continuazione con il mondo esterno e con le istituzioni insegnando loro i diritti e i doveri del cittadino nella società.
Per tutte queste caratteristiche non è adatta a minori al di sotto dei 16 anni soprattutto se non hanno problemi specifici.
Altra caratteristica peculiare degli educatori della Comunità è quella di interfacciare il più possibile gli ospiti della Comunità con i servizi del territorio e proporre loro l’integrazione degli assistiti con le sue strutture lavorative.
La struttura quindi è volta principalmente verso l’esterno e nella gestione delle correlazioni in-out.
Possono essere accolti in Comunità anche ragazzi che hanno svolto la scuola dell’obbligo quindi di 16 anni compiuti che si rivolgono ai corsi di specializzazione di avviamento al lavoro.
Per l’accoglienza di tutti i minori di 18 anni è comunque richiesta l’autorizzazione formale di chi ne detiene la podestà oppure dell’autorità minorile competente.
Per i maggiorenni che rimangono in Comunità ci dev’essere l’autorizzazione del tribunale.

Le Comunità di questo tipo è bene che abituino li ospiti all’autogestione della propria vita comunitaria attraverso:

1-         L’insegnamento della importanza della condivisione della pulizia e dell’ordine degli spazi comuni e di contribuire quindi con le proprie prestazioni ai bisogni della Comunità tutta.  Sarà comunque dovere di ogni ospite della Comunità occuparsi dell’ordine della propria stanza e degli oggetti personali.          

2-         La libera volontà occuparsi di aiutare i loro compagni e assisterli se bisognosi di assistenza. Il reciproco sostegno sarà una delle prerogative di questi ragazzi che impareranno le caratteristiche dell’associazionismo e del soccorso verso i più deboli. 

3-         La formazione di gruppi di studio dove possano essere inseriti compagni bisognosi di assistenza scolastica o gruppi di ragazzi che a turno possano supportare i più bisognosi di assistenza sanitaria. La vita in comune dovrà insegnare il vicendevole aiuto così che all’uscita dalla Comunità i ragazzi abbiano ben presente che l’associazionismo è un punto di forza e lavorare insieme garantisce una sicurezza e una tranquillità che questi ragazzi potrebbero perdere non avendo un riferimento familiare. I loro compagni sono la loro nuova famiglia e non solo gli educatori che possono lasciare in ogni momento le Comunità stesse. 

4-         Lo sviluppo della socializzazione per organizzare almeno una volta alla settimana incontri collegiali solo fra ragazzi. Uno di loro a turno mensile ha la prerogativa e la responsabilità di moderare e organizzare il gruppo e di gestire progetti e situazioni che li riguardano.  Sono previsti 2 responsabili, uno per semestre a cominciare da luglio e sono eletti a maggioranza assoluta. Il responsabile di turno è anche il portavoce dei minori presso la proprietà. Non sono ammessi operatori e non sono previste riprese da parte degli operatori o gestori della Comunità. Sono previste invece riprese e registrazioni da parte dei ragazzi stessi la cui archiviazione rimane riservata a loro. All’uopo viene concesso un armadio archivio dove è riposto tutto il materiale privato dei ragazzi. La chiave viene data a turno fra i 2 responsabili del gruppo. È possibile visionare l’armadio solamente da un  funzionario di Pubblica Sicurezza su segnalazione di un educatore previa autorizzazione de un responsabile della Comunità.
La sala riunioni sarà provvista di arredo consono e di un PC con i principali programmi di Window e di interazione con l’esterno ma con tutte le limitazioni del caso per la tutela della loro sicurezza. Ci sarà ancora una stampante, due altoparlanti, un microfono e un videoproiettore. 

5-         La realizzazione di una sorta di società che si autogestisce, si auto amministra e si auto responsabilizza . Una piccola repubblica democratica di ragazzi che imparano le regole della democrazia rappresentativa così che i grandi insegnino ai più piccoli l’amministrazione e le leggi che regolano una Comunità. Gli operatori e gli educatori dovrebbero sorvegliare e supportare i ragazzi nel loro avvicendamento alle responsabilità dell’autogestione e li guidino nell’iniziare e proseguire questo percorso.

6-         La valorizzazione di tutte le manifestazioni artistiche e culturali attraverso rappresentazioni e mostre che i singoli attori delle Comunità vorranno immaginare e organizzare.     

7-         L’apertura verso l’esterno con la società locale permetterà la valorizzazione degli scambi culturali con associazioni e altre Comunità anche attraverso il collegamento con reti informatiche esterne soprattutto nel caso di Comunità ospitanti ragazzi con problemi di disabilità fisica.

Nella  Comunità possono alloggiare un massimo di 10 ragazzi.

La proporzione fra educatori e ospiti è di 1 a 5 che però devono garantite in Comunità almeno 36 ore di referenzialità[2]e una presenza notturna. Uno dei due educatori sarà responsabile della struttura.
Il personale educativo deve seguire corsi di formazione professionali e ogni tre anni sottoporsi a test attitudinali atti a garantire la regolare capacità lavorativa nel campo specifico.
            Il personale ausiliario verrà scelto da figure professionali che provengono dall’associazionismo con possibilità di insegnare ai ragazzi un mestiere o una professione.
La mensa potrebbe  essere anche autogestita a turno.
Per ogni ospite deve essere preparato all’entrata un progetto che gli consenta di rimanere nella struttura il tempo della sua giusta preparazione all’entrata nella società esterna.
All’avvicinarsi di questo termine il giovane deve seguire un corso di psicologia di sei mesi che lo prepari ad affrontare al meglio la sua uscita dalla Comunità.
La Comunità come tutte le altre deve possedere la  Carta dei Servizi Sociali  come prescrive la legge 328/2000 all’Art.13 comma 1,2,3, che la regola e stabilisce l’accredito. 





[1] Da Atti Parlamentari, XVII legislatura. Relazione sullo stato di attuazione della legge recante modifiche alla disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori, nonché al titolo viii del libro primo del codice civile. Trasmessa alla Presidenza il 16 dicembre 2013.pag.196

Nessun commento:

Posta un commento