283
Bambini
nella notte
19
luglio 2011
Il
sacrilegio è qui
Sulle
facce dei cretini
Sui
sopprusi dei simulacri
Sui
monumenti di sale
Sulle
parole inutili.
Scimmie
ammaestrate
Discriminate
dalla stupidità
Dietro
una faccia imbiancata
Da
anni di niente
Da
sofferenze di bambini
Difesi
solo dalla loro ingenuità
Dalle
lacrime di rabbia
Dei
loro occhi di fuoco.
Poi
il pianto piccolo della solitudine
Dimenticato
dai grandi
In
quella stanza piena di cappotti
Dove
tu vedi solo un volto
In
trasparenza
Quello
che ti è rimasto
Quello
di tuo padre dal grande scudo
Leone
dai capelli medioevali
Fantasma
ora sul muro giallo
Ma
sempre li
Vicino
a te.
284
Bambini
dispersi
22
luglio 2011
Bambini
nel vento come sospesi
E
violati da mostri trasparenti
Sotto
le ali di una giustizia distratta.
Bambini
cesellati sul lego
Umido
delle notti sempre solitarie
Rosse
di riverberi bianchi e antichi.
Bambini
nei loro sogni
Della
loro vita di favole violate
Antiche
di tormenti sconosciuti
Lontani
nei secoli dall’amore.
Bambini
stupiti
Di
genitori senza più forza
Malati
di lacrime inascoltate
E
di ricordi sempre più sbiaditi.
Bambini
Fragili
In
un cielo oramai solo di vetri
Di
frammenti cosparsi nelle stanze
Di
tuoni violenti e di voci sconosciute.
Bambini
sottratti
Ancora
dai loro letti bianchi una mattina
Con
gli occhi ormai dispersi
Su
un mondo unico di pietre di sale
344
Cosa
ne sanno loro delle bambine
15
maggio 2013
Cosa
ne sanno loro
Di
un padre inedito e improvvisato
Perché
il padre deve e basta, deve anche da solo
Ma
tu sei tu e non hai accanto alternative e scuse.
Cosa
ne sanno loro
Delle
vostre malattie e della febbre che aumentava
Delle
notti insonni accanto al vostro letto
Sempre
nel buio seduto a terra l’inverno.
Cosa
ne sanno loro
Dei
tuoi affanni, di una casa frettolosa
Mentre
fuori pioveva e avevi freddo e gli occhi chiusi
Pensando
che eri solo e non avevi nemmeno le forze.
Cosa
ne sanno loro
Delle
rassicurazioni e dei vostri pianti di paura
E
della tua mano che doveva sempre rassicurare
Così
stretta che diceva “tranquilla amore mio”.
Cosa
ne sanno loro
Della
tua giornata piena che ti cadeva addosso
Quando
non avevi futuro e ti sentivi avvilito e stanco
E
il cuore non si fermava con l’ansia che saliva.
Cosa
ne sanno loro
Di
te al mattino che non sapevi come fare e non fare
Sempre
con tuoi pensieri mentre ti batteva la gola
Pensando
alla spesa e alle medicine che non avevi.
Cosa
ne sanno loro
La
sera dopo aver stirato i grembiuli a fiori rosa
E
dei bottoni che cadevano all’ultimo momento
Quando
avresti voluto solo pensare a lei che non c’era più.
Cosa
ne sanno loro
Delle
alzate tutte le notti alle due per voi che piangevate
Che
vi svegliavate se tu non arrivi sempre puntuale
E
eri stanco e non ti reggevano le gambe.
Cosa
ne sanno loro
Di
due bambine appena nate che ti guardavano
Delle
tue braccia che l’avvolgevano di baci sottili
Dicendo
loro sempre “amore mio sono qui” sono papà.
Cosa
ne sanno loro
Di
voi e della luce alle cinque per allineare
Un
vestito e l’altro in bagno sul solito tavolo
E
il borotalco e gli asciugamani e il pettine con il fiore
Cosa
ne sanno loro
Delle
vostre richieste di favole prima del mattino
Quando
dovevi sorridere, quando eri morto dentro
Delle
treccine che non sapevi fare e che carezzavi.
Cosa
ne sanno loro
Delle
tue mani incerte e improvvisate
Quando
si impicciavano nei capelli ricci e biondi
E
del fiocco finale che si stringeva sempre troppo.
Cosa
ne sanno loro
Quando
ti ritrovi davanti ad una sconosciuta invadente
In
un ufficio stupido a cui devi raccontare chi sei
A
cui devi ripetere la tua vita mentre ti guarda inerte
Cercando
si farti dire cose che non vuoi e non pensi
Cose
che non hai fatto perché sei un padre e questo basta.
Cosa
ne sapete voi dell'essere un padre
Vecchie
e giovani mummie imbiancate e comandate
Che
non conoscete la mia vita e ci volete entrare maldestre
Frugando
nella mia anima per togliermi le figlie
Che
mi dite inadeguato e non vi rendete conto di niente
Che
volete allontanarmi da loro senza nemmeno sapere
E
non vi interessa capire ma solo dimostrare l’assunto
Padre-padrone-ingiusto-inadatto
e sempre violento
Cosa
ne sapete voi….
362
Oggi
lasciate la mia casa
27.4.
2015
Oggi
lasciate la mia casa costrette da chi non ha speranza.
E
con voi tutti i miei e i vostri piccoli ricordi
Dov’era
la mia vita solo aria mie uniche miniature.
Ma
noi saremo ancora fra le strane favole inventate
Insieme
alle nostre principesse e i principi colorati.
Quelle
saranno solo nostre e quelli per sempre.
Storie
che si ripeteranno ancora negli anni in altre case
E
con voi ogni volta come i nostri momenti insieme
Figlie
mie avevamo anche noi gli occhi lucidi
Che
si aprivano dalle irripetibili sere fino al sonno improvviso
Quasi
un solo sussurro e poi il silenzio sommesso
Un
solo silenzio sui cuscini dalle federe conosciute
Insieme
allora a tutto il nostro mondo speciale
Poi
la notte una alla volta nel vostro letto in braccio
La
mia mano sugli occhi per trattenere i vostri sogni
Di
bianchi castelli di cristallo sempre troppo grandi
Per
voi appena affacciate ad un mondo che vi avrebbe tradito.
I
quadri colorati e i risvegli affrettati ai nuovi giorni
Con
le trecce da fare e i ciuffetti per la signorina Francesca
E
le magliette colorate che profumavano di bucato per Fiorenza
I
quaderni stretti nelle cartelle sempre troppo piene di libri
E
la luna ancora ancora bianca al mattino era quasi sempre li
Ma
allora c’erano sempre due bambine appena aperte alla vita
Con
i piedi nel lavandino e i giochi nell’acqua
Con
i capelli ancora sciolti che parlavano di fantasia
Alle
immagini e alle speranze di una vita insieme
Non
conoscendo tutte le lacrime verdi e celesti
Che
vi avrebbero portate così tanto lontano
E
papà con voi che sapeva sareste un giorno andate via
Da
papà che sapeva quei giorni sarebbero stati gli ultimi.
Fino
al nostro arrenderci sorridendo a volte schermendoci
Così
sarà fra le sere che immagino assurde e reali
Mentre
fuori la pioggia è trascorsa per tutto l’inverno
Sui
vetri sempre rigati a gocciole fini di sofferenza.
E
tanti anni senza di voi nascosto dietro le macchine in fila
Sotto
casa per rivedervi uscire con gli zaini colorati la mattina
Ed
emozionarsi ancora perché non eravate più bambine
Avendo
sempre negli occhi un vostro sorriso rubato
All’ombra
dei cipressi antichi di un viale che non rivedremo più.
366
Quella
mattina ti salutai
06.01.2017
Una
pioggia di emozioni albine
Un
respiro a cielo aperto
Sotto
i cipressi toscani del nostro viale.
La
salita dei tuoi ricordi in fila
Mentre
mi chiedi chi sei.
Così
nascosta come la bambina
Che
interroga la luna alla finestra.
Gli
anni trascorsi che non cambieranno.
Ma
la sera è sempre la stessa
Ritorna
come un ballo antico
Con
i suoi ritmi sociali
Con
le sue parole edulcorate
Davanti
ancora al tavolo imbandito
Dove
non si posa più quella tua luna.
E
la bambina non sogna più.
Rimane
la tua fotografia sul comò
Che
ti copia nell’immagine
Di
un giorno di scuola aperta
Anch’essa
troppo lontana per rincontrarti.
Forse
non è un giorno ne una notte
Che
definisce il tuo cambiare
Il
tuo rimanere senza tempo
chudendotii
dietro una tenda traslucida
Di
un’abitudine sempre incerta.
Ma
stasera c’è un profumo di mentuccia
Come
se ti riconoscessi ancora
Dietro
quest’aria leggera
Che
sembra d’Autunno le foglie
O
di un Marzo prematuro.
La
siepe di Mortella si agita
Quasi
scuote i suoi capelli
I
capelli che lasciasti alle tue fantasie
La
mattina in cui te ne andasti
Dicendo
al mondo l’ultima preghiera
Che
ricordava le tue speranze
Una
speranza dagli occhi di gatto
L’altra
l’immagine della tigre,
Immobili
però e senza parole.
Mi
chiedevano
Ed
io non sapevo rispondere
Mi
stupivo per non essere reale.
Volevo
accompagnarla in quel sonno
Ma
la vita mi trattenne ancora un attimo
E
gli occhi delle mie figlie
Non
mi lasciarono più.
371
Figlia,
figlia mio figlia
16.07.2017
C’è
il tuo profilo stasera
Ti
sento
Dietro
le porte ancora la tua voce
Ma
la stanza è deserta
Il
tuo folletto bianco non dorme più qui
Accanto
al cuscino il tempo
Un
momento che non ritorna.
Bambina
dispersa nel vento
Cerchi
ancora il colore
Della
pavoncella impagliata.
Accanto
trasluce una lucciola
Quasi
un lumino sul viso.
E
tu
Ho
paura papà!
Mi
prendi in braccio?
Dove
sei?
Mi
dai la mano?
Figlia,
figlia mia figlia
Verrò
a riprenderti
Contro
tutto quel vento vigliacco
Ti
porterò le scarpette rosse
Il
cappotto della scuola
E
la tua cartella piena di pastelli.
E
ce ne andremo via
Trasparenti,
finalmente soli.
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