sabato 31 dicembre 2016

Il Progetto “Comunità per le Famiglie”




Le “Comunità per le Famiglie” Andranno a coprire, ove possibile, i bisogni delle famiglie in difficoltà economica preservando l’unità del nucleo familiare e incentivando l’aggregazione e la cooperazione con altre realtà familiari nelle stesse condizioni critiche. L’obbiettivo, oltre che fornire una nuova possibilità di lavoro sarà quello di risanare l’humus familiare che la povertà tende a disgregare e incentivare la cooperazione reciproca lavorativa e gestionale delle famiglie coinvolte nella gestione della vita quotidiana comune.
Le “Comunità per le Famiglie” sono riservate a genitori.
Non sono ammessi, come prassi, spazi riservati solo a madri o a padri se non per cause di forza maggiore. Ove ne faccia richiesta una delle parti (madri o padri) questi accertamenti saranno garantiti dall’ Unità di Consulenza Multiprofessionale (U.C.M.)  In caso di mancanza o impossibilità di risiedere nelle “Comunità per le Famiglie” ai genitori naturali i minori possono accedervi con i nonni o con parenti fino al quarto grado.

L’Idea
L’idea è quella di non aggravare ulteriormente le casse comunali e di creare lavoro e rendere autosufficienti le famiglie e far vivere i minori nella propria famiglia troppo spesso allontanati per problemi di mera sussistenza e quindi usare i finanziamenti per  valorizzare la famiglia unita, la socializzazione e l’occupazione come prevede anche l’art. 16 comma 1 della legge quadro 328/2000 (Valorizzazione e sostegno delle responsabilità familiari) che recita: “Il sistema integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale; sostiene e valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana; sostiene la cooperazione, il mutuo aiuto e l'associazionismo delle famiglie; valorizza il ruolo attivo delle famiglie nella formazione di proposte e di progetti per l'offerta dei servizi e nella valutazione dei medesimi. Al fine di migliorare la qualità e l'efficienza degli interventi, gli operatori coinvolgono e responsabilizzano le persone e le famiglie nell'ambito dell'organizzazione dei servizi.”[1]
Per famiglia si intende anche quella sprovvista momentaneamente di uno dei due genitori  ( carcere, separazione, malattia, etc).
Nelle Comunità avranno accesso coppie coniugate, o conviventi da almeno 5 anni, madri o padri separati o vedovi con un massimo di 5 minori se ci sono figli adottivi, compresi i figli naturali della coppia. Saranno vagliate, ovviamente, casi di genitori con più di 5 figli se in condizioni di inndigenza.   

La famiglia unita
Le Istituzioni e la società stessa, invece di disgregare le famiglie perché sono in uno stato di disagio, le aiutano ad unirsi in un reciproco auto-mantenimento ed organizzano una “Comunità Lavorativa” che si autofinanzia intorno ad un lavoro comune. [3]  

Le famiglie intorno ad un lavoro.
Il progetto non è finalizzato solo a mantenere la famiglia unita, ma anche alla valorizzazione della produzione, possibilmente riscoprendo le risorse della natura e dell’ artigianato italiano comunale
Questo è anche un modo di riscoprire le varie forme delle risorse locali uscendo dalla concorrenza delle nazioni emergenti che producono a basso costo. l’Italia diventa sempre più impotente e spinge le grandi aziende a produrre all’estero. Il nostro paese deve essere sempre più interessato a valorizzare la propria economia locale e i suoi prodotti  artigianali di qualità per giustificare il prezzo e non essere in concorrenza con i mercati esteri a basso costo produttivo.
Riscoperta quindi anche delle risorse della terra: vivere in campagna ma con collegamento telematico al mondo del lavoro e della socializzazione.
La Comunità si autogestisce come un’azienda artigianale.

Rivalorizzazione delle risorse naturali e del lavoro artigianale
1.      Lavoro Agricolo/allevatore/caseificio: prodotti finiti per la vendita al pubblico
2.      Trattorie di campagna che cucinano prodotti allevati in loco
3.      Laboratorio per Lavori legno e ceramica
4.       Laboratorio Sartoriale [4]
5.      Ecc.

I locali
Il comune, nell'ambito delle risorse disponibili, finanzia i locali mettendo a disposizione in comodato d’uso gli  immobili da ristrutturare (casali abbandonati strutture abbandonate. Strutture sequestrate alle associazioni criminali ecc.)
Obbligo da parte del comune di mettere a disposizione una % di queste strutture e fondi.
Così si valorizzano gli immobili  che non possono essere ristrutturati per mancanza di fondi rendendoli anche produttivi.

I Terreni
Stessa cosa dicasi per la valorizzazione di terreni incolti

Valorizzazione delle risorse comunali
Ma:
Invece di dare un finanziamento a fondo perduto il Comune lo da per iniziare un lavoro e quindi  finanzia anche l’occupazione. Verranno elargiti sussidi solo per dare la possibilità alle famiglie di iniziare un lavoro. La Comunità che riceve il sussidio deve impegnarsi a lavorare. Il sussidio per la disoccupazione viene quindi investito per far lavorare le persone.
La ristrutturazione viene fatta (se si vuole) dalle stesse persone che vivono in Comunità (per quanto è possibile si tengono presenti i mestieri dei componenti delle famiglie. Es. I muratori si auto-ristrutturano casali dove andranno a vivere e faranno lavori per terzi, le casalinghe lavori di cucina quindi con apertura di trattorie che cucinano piatti locali. I commercianti apriranno negozi locali magari di artigianato. Ognuno userà le proprie capacità produttive riscoprendo le loro abitudini di vita.

Le famiglie
(minimo cinque)
Risorse
ü  Pulmino Aziendale ( trasporto bimbi a scuola e per la intera Comunità)
Chiedere anche sponsorizzazione banche ,aziende, ecc.
ü  Attrezzatura agricola (Orto, alberi da frutta, allevamento da cortile)
ü  Attrezzature specifiche ai lavori  (falegnameria, sartoria etc.)
Sono previsti anche corsi di aggiornamento per esterni che potranno apprendere nozioni di laboratorio e di agricoltura.
I corsi saranno impartiti svolti dalle persone della cooperativa
ü  Ludoteca per i bambini della Comunità che possano giocare insieme fra loro e con i bambini degli esterni che verranno a giocare in Comunità. Ovviamente sono ammessi ospiti.
La ludoteca dovrà organizzare incontri programmati di anno in anno con le scuole o altre ludoteche (videoconferenze skype ecc. al fine di far interagire i bambini e le famiglie al di fuori della Casa per la Famiglia)
ü  Una mensa comune
Ci sarà la possibilità di avere una mensa comune così da socializzare. I bambini mangeranno in un tavolo dedicato a loro che verrà da loro gestito e tutti contribuiranno ad apparecchiare e sparecchiare.
Le famiglie  avranno comunque a disposizione anche una loro cucina, così da essere si in Comunità, ma anche nell’intimità della loro famiglia “famiglia” che può ritrovarsi nella più totale armonia e privacy  durante gli orari dei pasti e del riposo.
ü  Una Sala Dopolavoro comune
Proiezioni (Le proiezioni vengono programmate e inviate dal Centro multimediale)
Film anche da PC
Musica anche da PC  
Teatro anche da PC
Televisione, Radio
Videoproiettore
Ecc.
ü  Bar Autogestito con accesso anche agli esterni
ü  Una Biblioteca con accesso anche agli esterni
Libri in donazione e scambio di libri. – Si chiederanno alle case editrici se vogliono inviare libri.
La biblioteca avrà a disposizione una sala multimediale con PC, stampante ecc. in modo da creare una biblioteca telematica con tanti terminali quanti sono i nuclei familiari.

Amministrazione e controllo della Comunità
La Comunità si auto amministra e si auto-gestisce in toto.
Il rappresentante del Comune ha poteri ispettivi (U.C.M.) e ha la facoltà di farsi supportare da tutte quelle professionalità che riterrà opportuno avere.




[1] Legge 8 novembre 2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 265 del 13 novembre 2000 - Supplemento ordinario n. 186. Capo “I principi generali del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
[2] Potranno accedervi coppie non coniugate ma con convivenza almeno quinquennale.
[3] Anche la migliore Comunità Educativa non potrà garantire la migliore assistenza ,un momento di vera accoglienza. Non esiste niente di “analogo” alla relazione familiare, solamente una famiglia con i genitori naturali sono in grado di inserire il minore in una relazione familiare certa e, pertanto, è bene sempre cercare, per quanto è possibile, prevenire l’abbandono nel quale il bambino potrebbe precipitare rimanendo senza genitori. Il diritto continuare a vivere nella famiglia d’origine è la migliore garanzia che non vengano commessi abusi sui minori e qualsiasi divieto di accesso alla famiglia d’origine nella vita quotidiana del bambino è in contrasto con il principio i provvedimenti che sono volti al recupero della genitorialità.
[4] Ad esempio possiamo riportare un progetto sperimentale di sartoria come  “Insieme Zaiedno” nato in Italia per insegnare a lavorare e ed inserire nel contesto sociale le donne Rom. Ora il progetto è diventato una cooperativa di lavoro con modelli di grande qualità. http://www.zajedno.it/?page_id=7