Il Progetto “Comunità
per le Famiglie”
Le “Comunità per le Famiglie” Andranno
a coprire, ove possibile, i bisogni delle famiglie in difficoltà economica
preservando l’unità del nucleo familiare e incentivando l’aggregazione e la
cooperazione con altre realtà familiari nelle stesse condizioni critiche.
L’obbiettivo, oltre che fornire una nuova possibilità di lavoro sarà quello di
risanare l’humus familiare che la
povertà tende a disgregare e incentivare la cooperazione reciproca lavorativa e
gestionale delle famiglie coinvolte nella gestione della vita quotidiana
comune.
Le “Comunità per le Famiglie” sono
riservate a genitori.
Non sono ammessi,
come prassi, spazi riservati solo a madri o a padri se non per cause di forza
maggiore. Ove ne faccia richiesta una delle parti (madri o padri) questi
accertamenti saranno garantiti dall’ Unità di Consulenza Multiprofessionale
(U.C.M.) In caso di mancanza o impossibilità
di risiedere nelle “Comunità per le Famiglie” ai genitori naturali i minori
possono accedervi con i nonni o con parenti fino al quarto grado.
L’Idea
L’idea è quella di non aggravare
ulteriormente le casse comunali e di creare lavoro e rendere autosufficienti le
famiglie e far vivere i minori nella propria famiglia troppo spesso allontanati
per problemi di mera sussistenza e quindi usare i finanziamenti per valorizzare la famiglia unita, la
socializzazione e l’occupazione come prevede anche l’art. 16 comma 1 della
legge quadro 328/2000 (Valorizzazione e sostegno delle responsabilità
familiari) che recita: “Il sistema
integrato di interventi e servizi sociali riconosce e sostiene il ruolo
peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, nella
promozione del benessere e nel perseguimento della coesione sociale; sostiene e
valorizza i molteplici compiti che le famiglie svolgono sia nei momenti critici
e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana; sostiene la
cooperazione, il mutuo aiuto e l'associazionismo delle famiglie; valorizza il
ruolo attivo delle famiglie nella formazione di proposte e di progetti per
l'offerta dei servizi e nella valutazione dei medesimi. Al fine di migliorare
la qualità e l'efficienza degli interventi, gli operatori coinvolgono e responsabilizzano
le persone e le famiglie nell'ambito dell'organizzazione dei servizi.”[1]
Per famiglia si intende anche quella
sprovvista momentaneamente di uno dei due genitori ( carcere, separazione, malattia, etc).
Nelle Comunità avranno accesso coppie
coniugate, o conviventi da almeno 5 anni, madri o padri separati o vedovi con un massimo di 5 minori se ci sono figli
adottivi, compresi i figli naturali della coppia. Saranno vagliate, ovviamente, casi di genitori con più di 5 figli se in condizioni di inndigenza.
La famiglia unita
Le Istituzioni e la società stessa,
invece di disgregare le famiglie perché sono in uno stato di disagio, le
aiutano ad unirsi in un reciproco auto-mantenimento ed organizzano una
“Comunità Lavorativa” che si autofinanzia intorno ad un lavoro comune. [3]
Le famiglie intorno ad un lavoro.
Il progetto non è finalizzato solo a
mantenere la famiglia unita, ma anche alla valorizzazione della produzione,
possibilmente riscoprendo le risorse della natura e dell’ artigianato italiano
comunale
Questo è anche un modo di riscoprire le
varie forme delle risorse locali uscendo dalla concorrenza delle nazioni emergenti
che producono a basso costo. l’Italia diventa sempre più impotente e spinge le
grandi aziende a produrre all’estero. Il nostro paese deve essere sempre più
interessato a valorizzare la propria economia locale e i suoi prodotti artigianali di qualità per giustificare il
prezzo e non essere in concorrenza con i mercati esteri a basso costo
produttivo.
Riscoperta quindi anche delle risorse
della terra: vivere in campagna ma con collegamento telematico al mondo del
lavoro e della socializzazione.
La Comunità si
autogestisce come un’azienda artigianale.
Rivalorizzazione delle risorse naturali e del lavoro artigianale
1.
Lavoro Agricolo/allevatore/caseificio: prodotti finiti per la vendita al
pubblico
2.
Trattorie di campagna che cucinano prodotti allevati in loco
3.
Laboratorio per Lavori legno e ceramica
5. Ecc.
I locali
Il comune, nell'ambito delle risorse disponibili, finanzia i locali mettendo a
disposizione in comodato d’uso gli
immobili da ristrutturare (casali abbandonati strutture abbandonate.
Strutture sequestrate alle associazioni criminali ecc.)
Obbligo da parte del comune di mettere a disposizione una % di queste
strutture e fondi.
Così si valorizzano gli immobili che non possono essere ristrutturati per
mancanza di fondi rendendoli anche produttivi.
I Terreni
Stessa cosa dicasi per la valorizzazione di terreni incolti
Valorizzazione delle risorse comunali
Ma:
Invece di dare un finanziamento a fondo
perduto il Comune lo da per iniziare un lavoro e quindi finanzia anche l’occupazione. Verranno
elargiti sussidi solo per dare la possibilità alle famiglie di iniziare un
lavoro. La Comunità che riceve il sussidio deve impegnarsi a lavorare. Il
sussidio per la disoccupazione viene quindi investito per far lavorare le
persone.
La ristrutturazione viene fatta (se si
vuole) dalle stesse persone che vivono in Comunità (per quanto è possibile si
tengono presenti i mestieri dei componenti delle famiglie. Es. I muratori si
auto-ristrutturano casali dove andranno a vivere e faranno lavori per terzi, le
casalinghe lavori di cucina quindi con apertura di trattorie che cucinano
piatti locali. I commercianti apriranno negozi locali magari di artigianato.
Ognuno userà le proprie capacità produttive riscoprendo le loro abitudini di
vita.
Le famiglie
(minimo cinque)
Risorse
ü Pulmino Aziendale (
trasporto bimbi a scuola e per la intera Comunità)
Chiedere anche
sponsorizzazione banche ,aziende, ecc.
ü Attrezzatura agricola
(Orto, alberi da frutta, allevamento da cortile)
ü
Attrezzature specifiche ai lavori
(falegnameria, sartoria etc.)
Sono previsti anche corsi di
aggiornamento per esterni che potranno apprendere nozioni di laboratorio e di
agricoltura.
I corsi saranno
impartiti svolti dalle persone della cooperativa
ü Ludoteca per i
bambini della Comunità che possano giocare insieme fra loro e con i bambini
degli esterni che verranno a giocare in Comunità. Ovviamente sono ammessi
ospiti.
La ludoteca dovrà
organizzare incontri programmati di anno in anno con le scuole o altre
ludoteche (videoconferenze skype ecc. al fine di far interagire i bambini e le
famiglie al di fuori della Casa per la Famiglia)
ü Una mensa comune
Ci sarà la possibilità di avere una
mensa comune così da socializzare. I bambini mangeranno in un tavolo dedicato a
loro che verrà da loro gestito e tutti contribuiranno ad apparecchiare e
sparecchiare.
Le famiglie avranno comunque a disposizione anche una
loro cucina, così da essere si in Comunità, ma anche nell’intimità della loro
famiglia “famiglia” che può ritrovarsi nella più totale armonia e privacy durante gli orari dei pasti e del riposo.
ü Una Sala Dopolavoro
comune
Proiezioni (Le proiezioni vengono
programmate e inviate dal Centro multimediale)
Film anche da PC
Musica anche da PC
Teatro anche da PC
Televisione, Radio
Videoproiettore
Ecc.
ü Bar Autogestito con
accesso anche agli esterni
ü Una Biblioteca con
accesso anche agli esterni
Libri in donazione e scambio di libri.
– Si chiederanno alle case editrici se vogliono inviare libri.
La biblioteca avrà a disposizione una
sala multimediale con PC, stampante ecc. in modo da creare una biblioteca
telematica con tanti terminali quanti sono i nuclei familiari.
Amministrazione e controllo della Comunità
La Comunità si auto
amministra e si auto-gestisce in toto.
Il rappresentante del Comune ha poteri
ispettivi (U.C.M.) e ha la facoltà di farsi supportare da tutte quelle
professionalità che riterrà opportuno avere.
[1] Legge 8 novembre
2000, n. 328 "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali" pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 265
del 13 novembre 2000 - Supplemento ordinario n. 186. Capo “I principi generali
del sistema integrato di interventi e servizi sociali”
[3] Anche la migliore
Comunità Educativa non potrà garantire la migliore assistenza ,un momento di
vera accoglienza. Non esiste niente di “analogo” alla relazione familiare,
solamente una famiglia con i genitori naturali sono in grado di inserire il
minore in una relazione familiare certa e, pertanto, è bene sempre cercare, per
quanto è possibile, prevenire l’abbandono nel quale il bambino potrebbe
precipitare rimanendo senza genitori. Il diritto continuare a vivere nella famiglia
d’origine è la migliore garanzia che non vengano commessi abusi sui minori e
qualsiasi divieto di accesso alla famiglia d’origine nella vita quotidiana del
bambino è in contrasto con il principio i provvedimenti che sono volti al
recupero della genitorialità.
[4] Ad esempio possiamo
riportare un progetto sperimentale di sartoria come “Insieme Zaiedno” nato in Italia per
insegnare a lavorare e ed inserire nel contesto sociale le donne Rom. Ora il
progetto è diventato una cooperativa di lavoro con modelli di grande qualità. http://www.zajedno.it/?page_id=7