sabato 3 febbraio 2024

 


Minori a rischio

(Primo prevenire)

 

La vulnerabilità delle famiglie

La vulnerabilità delle famiglie e quindi dei minori oggi non è soltanto un problema delle famiglie stesse, quanto un problema delle condizioni sociali, economiche e culturali che contribuiscono a generarla, attraverso il cosiddetto “circolo dello svantaggio sociale”:

·       la bassa istruzione genera bassa occupazione;

·       la bassa occupazione basso reddito; il basso reddito, e quindi la condizione di povertà economica, genera povertà educativa e sociale

I bambini spesso arrivano a scuola in evidenti condizioni di disuguaglianza, come dimostra, fra l’altro, l’alta incidenza di minori con bisogni educativi speciali (BES).

Per queste ragioni l’approccio all’intervento sulla vulnerabilità serve per costruire una reale possibilità per questi bambini nei primi mille giorni di vita in particolare, e quindi di interrompere il “circolo dello svantaggio sociale” attraverso l’introduzione di dispositivi quali:

·       educativa domiciliare (home visiting)

·       partenariato fra scuola, famiglia e servizi

e poi, soprattutto:

·       la vicinanza solidale

·       i gruppi dei genitori e dei bambini

Quindi l’obiettivo è sostenere il loro sviluppo garantendo una più alta qualità educativa e relazionale nel loro ambiente familiare e sociale, che possa, a sua volta, contribuire a migliorarne il rendimento scolastico e, conseguentemente, l’integrazione sociale presente e futura, tramite il rafforzamento delle risposte genitoriali e sociali ai loro bisogni di sviluppo.

La fascia della vulnerabilità familiare viene così riconosciuta come uno spazio di speciale opportunità per mettere in campo interventi efficacemente orientati alla prevenzione della povertà e della diseguaglianza sociale, come richiesto dalla:

·       L. 149/2001,

·       da alcune direttive europee

·       dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile

·       dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Infanzia”[1] 

Quale è il pericolo che corrono i minori quindi

Il pericolo maggiore che oggi riscontriamo, è quello dell’istituzionalizzazione dei bambini che con l’intento o la scusa di aiutarli vengono spesso allontanati dalla loro famiglia d’origine creando in loro, oltre alle problematiche già esistenti quella della perdita di loro punti di riferimento che sono i loro genitori. “Bibbiano docet”.

         Ma vediamo cosa significa istituzionalizzare un minore oggi, oltre all’allontanamento dai propri genitori naturali.

L’Art. 2 comma 4 della legge 184/1983 emendata dalla 149/2001 ci dice che

«Il ricovero in istituto deve essere superato entro il 31 dicembre 2006 mediante affidamento a una famiglia e, ove ciò non sia possibile, mediante inserimento in comunità di tipo familiare caratterizzate da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli di una famiglia

Quindi deve per prima cosa andare presso i parenti fino al quarto grado e se non ci sono, cosa supponiamo rara, devono essere affidati ad una famiglia.

Solamente se non ci sono famiglie affidatarie questo bambino può alloggiare in una comunità “Familiare per minori” che quindi deve avere le caratteristiche peculiari di una famiglia come leggiamo nella “Quinta relazione sullo stato di attuazione della legge 149/2001 con Periodo di riferimento 2017-2020”

E cioè deve essere un:

 Presidio residenziale che accoglie minori di anni 18 gestito da coppie di genitori o da adulti che vi risiedono e possono ospitare fino a un massimo di 6 minori, compresi gli eventuali figli minorenni dei titolari. È accordata la precedenza all’accoglienza di bambini di età inferiore ai 5 anni.” [2]

Purtroppo oggi in Italia circa 35.000 bambini sono fuori della propria famiglia naturale e circa un 50% nelle comunità che nella maggior parte (nel 82,3%) non sono nemmeno ti “tipo familiare” come stabilirebbe la Legge.

A questo punto questi bambini vanno incontro a grossi problemi fra i quali:

·       Solo il 21,8% (anno 2017) dei bambini messi fuori della famiglia ritornano dai loro genitori[3]

·       Spesso perdono i contatti con i loro fratelli che non sono nella stessa struttura o famiglia. Il 60% non si incontra almeno una volta alla settimana e il 75% non si incontra più volte al mese. In alcuni casi i rapporti si fanno però più rarefatti: per il 18% dei bambini gli incontri si riducono ad alcune volte durante l’anno, ma il 18% perde quasi del tutto i contatti con i fratelli.”[4]

·       A volte i minori stranieri non accompagnati finiscono in comunità non autorizzate.

·       A volte in comunità addirittura abusive[6] nelle quali, a detta anche del procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle D’Aosta, Anna Maria Baldelli in audizione in Commissione infanzia nell'ambito di altra indagine conoscitiva in materia di prostituzione minorile. venivano perpetrati reati di vario tipo ai danni dei minorenni ospitati.

·       Molti dei minori immessi nelle comunità vanno verso una “destinazione ignota” come la chiama il Ministero delle Politiche Sociali, cioè scappano o si rendono introvabili: Nel primo semestre del 2022 non sono stati ritrovati il 41,1% degli italiani e il 70% degli stranieri giunti in Italia[7]

·       Ua volta immessi in comunità a volte ci rimangono per sempre o comunque oltre i due anni consentiti dalla legge 184 e segg. che stabilisce che il termine massimo di permanenza di un minore in affidamento fuori famiglia dovrebbe essere di 2 anni a cui si potrebbe derogare solamente in casi particolari documentati dal servizio sociale. Bene in Italia nel 2019 i minori rimangono oltre i 24 mesi per l’affidamento familiare per il 67,1%[8]dei casi e per l’affidamento in comunità per il 21,2%[9] con punte in Campania del 69,1%[10]

Queste sono solamente alcune delle notizie che vi rimando senza raccontarvi cosa ho visto personalmente come:

·       Dopo due ore informali di intervista di una psichiatra con una madre, la CTU chiede al giudice di allontanarne urgentemente un bambino.

·       Bambini allontanati su una presunzione di pericolosità di una madre, quando questa pericolosità dovrebbe essere certa.

·       Bambini appena nati messi in comunità e non presso una famiglia affidataria.

·       Bambini mandati a curarsi in reparti psichiatrici per grandi.

·       Bambini allontanati perché la famiglia è povera, cosa vietata dall’articolo 1 comma 2 della legge 184 e segg. emendamenti.

·       Invece di allontanare il padre violento si allontanano e sono immessi in una comunità cinque bambini e la madre.

·       La CTU chiede e il giudice sottoscrive che una madre «pericolosa per la stessa incolumità psicofisica della figlia» possa fare contemporaneamente incontri «protetti» e «non protetti»

Quali quindi sono le cure

Sicuramente i Servizi Sociali direte voi, ma non sempre questa è la cura purtroppo “Bibbiano docet” e allora? Allora vi esorto a leggere integralmente un interessantissimo articolo della dr.ssa e assistente sociale Ida Canino,  ripreso dal sito “Assistenti Sociali.org” (Legge quadro 328/2000: Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali (assistentisociali.org) su come deve essere interpretata la Legge Quadro 328/2000. È molto importante leggerlo attentamente e meditare poter attuare le direttive di questa fondamentale legge e organizzare un lavoro organico.

Una rete di famiglie, quindi, fare gruppo, avere disponibilità ad aiutare chi ne ha più bisogno, ognuno come può e quando può, ognuno nel suo campo di professionalità o semplicemente una disponibilità di tempo per il fratello che ne ha bisogno, “fratelli tutti” come argomenta Papa Francesco.



[1] Pag.3 del Quaderno della ricerca sociale 47 del Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali QRS-47-VEDI PAG 15.pdf

[2] Pag.101-102 Quaderno della Ricerca Sociale 50 QUADERNO 50-2017-2020 Relazione-Legge-149-2001.pdf

[6] Commissione Infanzia fatta nel corso dell’audizione del 31.03.2015, nell’ambito di altra indagine conoscitiva in materia di prostituzione minorile. http://documenti.camera.it/apps/nuovosito/Documenti/DocumentiParlamentari/parser.asp?idLegislatura=17&categoria=017bis&tipologiaDoc=documento&numero=012&doc=intero

Cfr. http://documenti.camera.it/apps/nuovosito/Documenti/DocumentiParlamentari/parser.asp?id Legislatura=17&ca

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