Italia crudele
Certe volte mi
chiedo se oramai ci siamo abituati alle tragedie; ed io per primo.
Oggi riflettevo
chiedendomi se tante storie di bambini sottratti dalla Giustizia ai loro genitori ci abbiano
reso insensibili.
Insensibili.
Proprio così, ci stiamo abituando a queste brutture, oramai sta diventando quasi normale sentire queste
storie e renderci conto che, per quanto ci si possa dare da fare, tutto continua sempre come prima.
Allora mi sono chiesto perché nella mia Italia che da bambino mi hanno insegnato ad amare, di cui mi hanno raccontato essere madre di uomini che hanno dato la loro vita per un ideale, di uomini che sono stati nel mondo esempi di cultura e di passione, mi chiedo cosa sta succedendo? Chi siamo diventati se ora accettiamo tanta ingiustizia su degli innocenti, se accettiamo che invece di aiutare le loro famiglie l’unica cosa che sappiamo fare è quella di togliere loro i figli…è come pensare di curare una ferita in un braccio amputando l’arto. E la cronaca odierna, se ci da l’informazione ci parla di bambini rinchiusi nei nuovi orfanatrofi, qualcuno un po più moderno, qualcuno un po più antico, ma pur sempre luoghi dove questi sfortunati figli vivono da soli lontani dai loro genitori, spesso colpevoli solamente di averli amati troppo, si perché è storia recente di madri a cui sono stati tolti i figli perché accusate di essere troppo protettive, di soffocarli con il loro amore! Mi chiedo quanto amore deve dare una madre o un padre al proprio figlio? Ricordo che da bambino a volte avrei voluto sparire fra le braccia di mia madre, ci sono circostanze e circostanze, momenti particolari della vita in cui un bambino ha bisogno, solo bisogno di essere abbracciato, ha bisogno di sentirsi protetto e amato.
Allora mi sono chiesto perché nella mia Italia che da bambino mi hanno insegnato ad amare, di cui mi hanno raccontato essere madre di uomini che hanno dato la loro vita per un ideale, di uomini che sono stati nel mondo esempi di cultura e di passione, mi chiedo cosa sta succedendo? Chi siamo diventati se ora accettiamo tanta ingiustizia su degli innocenti, se accettiamo che invece di aiutare le loro famiglie l’unica cosa che sappiamo fare è quella di togliere loro i figli…è come pensare di curare una ferita in un braccio amputando l’arto. E la cronaca odierna, se ci da l’informazione ci parla di bambini rinchiusi nei nuovi orfanatrofi, qualcuno un po più moderno, qualcuno un po più antico, ma pur sempre luoghi dove questi sfortunati figli vivono da soli lontani dai loro genitori, spesso colpevoli solamente di averli amati troppo, si perché è storia recente di madri a cui sono stati tolti i figli perché accusate di essere troppo protettive, di soffocarli con il loro amore! Mi chiedo quanto amore deve dare una madre o un padre al proprio figlio? Ricordo che da bambino a volte avrei voluto sparire fra le braccia di mia madre, ci sono circostanze e circostanze, momenti particolari della vita in cui un bambino ha bisogno, solo bisogno di essere abbracciato, ha bisogno di sentirsi protetto e amato.
Mi chiedo come si
fa a pensare che una casa anonima, un luogo per quanto sia accogliente, quando lo è, possa
sostituire la propria casa e i propri genitori! A volte mi chiedo se chi ordina
simili disposizioni si renda conto di quello che sta facendo o se tutto diventa
burocrazia e la sensibilità non abbia più posto nei loro cuori.
Certo i bambini vanno salvati e allontanati da
genitori violenti e maltrattanti, ma è
sempre così?,
Queste pagine che ho chiamato “Il Caso” vi metteranno
a conoscenza di allontanamenti di minori e della sofferenza delle loro famiglie.
Tempo fa ho
conosciuto dei genitori a cui avevano tolto i figli. Lo stesso tribunale solo
sette mesi prima dell’allontanamento aveva decretato che i bambini dovessero
vivere con La madre e che il padre potesse continuare a vederli.
Il padre è un
dipendente del Ministero della Difesa, una pesona stimata e perbene; il suo colonnello comandante diceva di
lui con un attestato di rendimento di servizio:“ Il sig.[…] durante il periodo di servizio presso questo comando, ha
sempre svolto la propria attività lavorativa con regolarità, impegno, eseguendo
quanto richiestogli nei tempi e nelle modalità indicate. Ha dimostrato inoltre,
di essere un corretto collaboratore, pacato nei modi, educato e disponibile nei
confronti dei colleghi”.
Ho conosciuto anche
la casa dove abitano ancora,che è dignitosa, pulita e in ordine ed ho letto tutti gli
incartamenti giudiziari e, a mio parere, niente poteva far pensare ad un
allontanamento dei loro bambini che avevano, peraltro, più volte chiesto di tornare dai genitori. Che io sappia, sono
ancora rinchiusi in una comunità senza poterli vedere oramai da più di un anno.
Questa la sentenza:
[n.d.r. il
Tribunale] P.Q.M.
“Dichiara [I
genitori] decaduti dalla responsabilità genitoriale […e ] lo stato di
adottabilità dei minori predetti, con l’interruzione, graduale, dei rapporti
tra gli stessi, i genitori, ed i rispettivi nuclei familiari […]”
Qualche giorno dopo
i Servizi Sociali scrivono:
“Questo ufficio
sociale in accordo con la casa famiglia […] stabilisce che a decorrere da
martedì 13 dicembre p.v. i minori […] possono incontrare il padre [n.d.r. solo
il padre e non la madre] nei seguenti giorni in vista dell’interruzione dei
rapporti: Martedì 14 dicembre p.v. dalle ore 16,30 alle ore 17,30 e mercoledì
28 dicembre p.v. dalle 16.00 alle 17.00.”
Immaginate l’ultimo
incontro?
Potete pensare di
vedere i vostri figli un’ultima volta quel giorno e poi mai più?
Potete immaginare
degli orfani con i genitori ancora in vita?
Tutto questo accade dopo la sentenza di primo grado, prima che sia finito il giudizio che potrebbe durare altri anni fino alla sentenza definitiva di Cassazione.
Allora il paradosso quindi ci dice che:
I bambini, dopo anni che non vedono la famiglia, in teoria, potrebbe ritornare a casa e il tribunale potrebbe dire che non dovevano essere allontanati!?
Ovviamente questo non succede quasi mai perché a questo punto la Cassazione di solito decide di allontanare definitivamente i bambini dalla famiglia e mandarli in adozione….questo ovviamente nel "maggiore interesse dei minori!"
Questa la motivazione più usata: “Dopo anni, come si può togliere un bambino da un ambiente in cui vive da cosi tanto tempo! Oramai la sua famiglia è quella dove vive ora!”
Credo non ci sia
bisogno di aggiungere altro. Così infatti è stato tante volte e sarà.

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