venerdì 5 marzo 2021

 


Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza

Audizione del Dr. Massimo Rosselli del Turco

Scrittore e Responsabile dei Minori della Caritas della città di Mentana

 

Ringrazio la Commissione di avermi dato la possibilità di essere ancora una volta in audizione.

 

All’inizio della pandemia ci sono state segnalazioni da parte di molte associazioni di promozione sociale per aiutare i minori in questa circostanza e l’8 aprile 2020 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è ricostituito l’Osservatorio Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza e l’avvio dei lavori di un Tavolo tecnico che si occuperà della stesura di un documento concernente misure necessarie a sostegno del benessere materiale ed emotivo dei bambini e dei ragazzi in questa particolare fase emergenziale .[1]

Tutto ciò non potrebbe che farmi piacere, ma non posso fare a meno di chiedermi come devono essere aiutati questi bambini quando la famiglia diventa problematica soprattutto quando comincia ad avere problemi economici.

         Noi siamo abituati a parlare di “tutela dei diritti dei minori”, ma purtroppo, molte, troppe volte, questa tutela passa attraverso l’allontanamento del minore dai propri genitori e i recenti fatti di Bibbiano e non solo ci dovrebbero far riflettere a lungo ed essere molto prudenti nell’affrontare il problema. 

Quelli di Bibbiano, infatti, non sono episodi sporadici, come si potrebbe pensare, perché la situazione italiana è tragica e le conseguenze sono state e saranno deleterie per la salute psicofisica dei nostri figli.

Parlo così perché questa situazione la conosco bene avendola studiata per anni e le cause di queste tragedie sono riportate nel mio libro “Affidamenti di minori fuori famiglia in Italia” e che si basa esclusivamente su fonti istituzionali.

Uno dei grandi problemi che in questo momento di pandemia affliggono le famiglie italiane è, come abbiamo detto, la povertà, uno spettro che oramai si allarga ogni giorno di più sulle nostre case.

Anche e non solo, quale responsabile dei minori della Caritas della città di Mentana, vorrei introdurre il mio intervento partendo dal Titolo del Sole 24 ore del 20 ottobre 2020 che apre scrivendo: 

Coronavirus: in Italia aumentano i nuovi poveri, passano dal 31 al 45%

[…] Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori.” [2]

Ma cosa sta succedendo dunque?

Già prima della pandemia in corso, già il 18 gennaio 2018 la Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza a conclusione della sua indagine conoscitiva sui «Minori fuori Famiglia» metteva in evidenza che: “su quattro bambini in affido, tre trovano collocamento per via giudiziale e uno per via consensuale”  ed è molto probabile che questo affidamento si protragga poi così a lungo che dopo i due anni si  trasformi d’ufficio in giudiziale essendo soggetto al nulla osta del Tribunale per i minorenni.[3]

Questo significa, oggi ancor di più, che a volte, essendo la famiglia stessa costretta ad andare dai Servizi Sociali dicendo di non poter più provvedere al loro mantenimento, perda definitivamente i propri figli.

Attenzione quindi, perché in Italia spesso si allontanano i bambini dalle loro famiglie per problemi derivanti dalla povertà, anche se la legge non lo consente (Art.1 comma 1,2, e 3 della legge 184/83 e segg.),[4] perché il dovere dello Stato e quindi dei Servizi Sociali è quello di prevenire i problemi e di aiutare la famiglia, non di risolverli allontanando i loro figli, magari immettendoli in Comunità educative come sto cominciando anche oggi a sentire, ancor più di prima, da molte parti.

Attenzione perché così facendo si sta distruggendo il tessuto connettivo della nostra società che si regge proprio sul valore della Famiglia!

Voglio ulteriormente precisare al proposito che nel mio recente studio di cui vi ho già parlato, viene messo in evidenza che anche il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ci informa che:

-nel 1998/99 il 44% degli affidamenti fuori famiglia dei minori veniva attuato per povertà materiale, innanzitutto economica.[5]

-nel 2010 nel capitolo “Perché si arriva all’accoglienza in contesti diversi dalla propria famiglia di origine” si dice testualmente: “i problemi relazionali e l’inadeguatezza genitoriale conservano la loro importanza anche tra i motivi secondari, ma qui appaiono con forza difficoltà contingenti dei nuclei familiari – ma che rischiano di cronicizzarsi – ovverosia: problemi economici della famiglia, problemi abitativi, problemi lavorativi di uno o entrambi i genitori.”[6]

-nel 2016 il Ministero ci conferma tutto.[7]

Ad ulteriore riscontro di quello che sto dicendo voglio riportare un significativo brano della relazione annuale di questa spettabile Commissione svolta nell’anno 2019 dal titolo “Io ho diritto” che ognuno di voi conosce sicuramente bene e che fra le altre cose dice: “si assiste ad un non infrequente allontanamento dei minori dalle famiglie di origine per ragioni legate all’indigenza”[8]

Abbiamo visto, poi, che il MLPS ci dice che più del 50% i minori sono affidati ai Servizi Residenziali[9] e anche qui, a nostro avviso, troviamo un’evidente disfunzione, perché la stessa Legge 184/1983 emendata dalla 149 del 2001 (Art.1 comma 1 e 4 e Art.2 comma 1) mi dice che un bambino, se allontanato dai genitori, deve, se possibile, rimanere comunque presso i parenti fino al 4° grado e cioè nonni e zii. Poi, se questo collocamento non è possibile deve essere affidato in via prioritaria ad un’altra famiglia e solo in ultima analisi ad una comunità, che fra l’altro costa ai comuni sei volte di più.[10]

Per quanto riguarda le comunità il Ministero delle Politiche Sociali ha informato la Commissione Infanzia che non si hanno più notizie di molti minori fuggiti dai presidi socio-assistenziali e socio-sanitari dicendoci che solo al 31 dicembre 2014 ben 2.360 risultavano allontanati spontaneamente o fuggiti dalle strutture stesse. [11]

E ancora voglio mettere in evidenza che, sempre la Commissione Infanzia, nella relazione consegnata al Parlamento nel gennaio 2018[12] ci dice:

“Per quanto riguarda l'età degli accolti, […] risulta che nelle fasce estreme, da zero a due anni e da quindici a diciassette anni, si concentrano le più alte incidenze di ricorso al collocamento nei servizi residenziali.[13]

Quindi attenzione di nuovo, perché c’è il reale pericolo che a causa dell’impoverimento delle famiglie italiane, anche i bambini molto piccoli, anche appena nati, invece di essere aiutati in famiglia possano finire addirittura nelle comunità, come è avvenuto e avviene![14] Nel 2017 il 5,9% dei bambini in comunità aveva meno di 2 anni![15] e il 25,4% di tutti i minori ci rimaneva oltre 24 mesi, durata massima consentita dalla Legge[16] per gli affidamenti.[17]

Al proposito voglio rilevare che nell’audizione della Ministra Bonetti del 25 giugno 2020, il Sen. Pillon e l’On. Giannone, hanno messo in evidenza, che da fine febbraio 2020, a causa della pandemia, tutti i bambini ricoverati nelle comunità non hanno potuto vedere i loro genitori sospendendo per legge le visite fino al 31 maggio, poi spostate da molte regioni fino a luglio.[18]

Ricordo, in proposito, che recentemente è stato pubblicato sul sito del Dipartimento per le politiche della famiglia l’avviso pubblico “Educare insieme” per “il contrasto della povertà educativa, delle disuguaglianze e i divari socio-economici sulle persone di minore età, acuiti dalla pandemia da COVID-19[19] Il dipartimento precisa anche che: “I progetti, presentati individualmente o in partnership, devono attivare o consolidare la “comunità educante,[20]quindi anche le cosiddette comunità educative che “educano” anche i minori fuori famiglia.[21] Per questo progetto sono stati stanziati ben 10 milioni di euro.

Un capitolo a parte è bene dedicarlo ai minori stranieri non accompagnati, che anche e soprattutto in questo periodo sono quasi tutti in comunità.

Già prima della pandemia, nella mia audizione in Commissione del novembre 2015, segnalai che molti MSNA una volta entrati in Italia, e immessi nelle comunità, in seguito risultavano irreperibili”. Circa un anno fa, intervistato dal quotidiano romano “Il Tempo” denunciai ancora il problema e ai primi del 2020 pubblicai il mio studio con tutti i report degli “irreperibili” datemi dal MLPS fino al 31 dicembre 2019 in cui risultavano nel numero di ben 5.383.[22]

Per questo problema, fino dall’anno 2012, le informazioni sono aggiornatissime, ma purtroppo la percentuale di MSNA “irreperibili” ad oggi è però anche aumentata.

La cosa non mi stupisce e sappiamo ancora da fonti istituzionali che, sempre prima della pandemia, e immaginiamo quindi la situazione di oggi, molti MSNA erano anche alloggiati in 182 strutture non autorizzate o non accreditate (18% del totale) con alloggiati 1848 bambini (15,5% del totale)![23] C’è poi anche la segnalazione del procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle D’Aosta, Anna Maria Baldelli che, disse in audizione che esistevano addirittura strutture abusive nelle quali venivano perpetrati reati di vario tipo ai danni dei minorenni ospitati.[24]

Sappiamo che solo di recente “il 7 gennaio 2021, il Capo del Dipartimento per le politiche della famiglia e il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, […] hanno sottoscritto un protocollo d'intesa che impegna il Dipofam e l’Ufficio del Commissario straordinario a collaborare per contrastare il fenomeno delle persone scomparse, con particolare riferimento a bambini e adolescenti.[25]

Bene, ma, come abbiamo detto, è dal 2012 che il MLPS relaziona puntualmente mese per mese su questo tema, sono passati 9 anni, e prendiamo provvedimenti solo oggi? e tutti i bambini che sono scomparsi in questi anni che fine hanno fatto? E la prevenzione?

Il mio intervento odierno è volto anche e soprattutto a chiedervi che sarebbe essenziale che questa Commissione sia sempre al corrente delle soluzioni che il gruppo di lavoro dell’Osservatorio, istituito nell’occasione di questa pandemia, vorrà proporre per le famiglie in crisi.

Questo perché, anche prima di questo Coronavirus, ho rilevato nel mio studio tante altre gravissime e permanenti situazioni di minori che vanno oggi a maggior ragione sanate per far sì che non peggiorino a causa della situazione pandemica in atto.

 

Qui ve ne accenno, per concludere, alcune:

 

·        Prime fra tutte ricordo che il sistema informativo sulla protezione e la cura dei bambini e delle loro famiglie non è ancora del tutto fruibile dai tribunali. Prova ne sia che di recente l’On. Ascari ha presentato al Ministro di Giustizia e del Lavoro un’interrogazione in proposito.

·        L’83% dei tribunali dei Minori non ricevono periodicamente dalle regioni l’elenco delle comunità di tipo «familiare» né l’elenco delle comunità terapeutiche per minori;[26]

·        I bambini nelle strutture perdono spesso i contatti con i fratelli e con i loro genitori;[27]

·        Molti minori rimangono in affidamento nelle strutture “sine die” quando l’affidamento per legge è provvisorio.[28]

·        Le relazioni delle interviste che arrivano ai giudici sui minori dagli assistenti sociali non sono quasi mai registrate per cui non possono essere contestate, negando così il costituzionale diritto alla difesa;

·        Spesso il Tribunale dei Minorenni incarica erroneamente i Servizi Sociali di decidere sulla calendarizzazione degli incontri fra genitori e figli allontanati quando la Legge impone che debba essere in sentenza (Art.4 comma 4 sempre della Legge 184/1983 e segg.);

·        Il 59% dei TM ci dicono che gli assistenti sociali non relazionano ogni sei mesi come dovrebbero, lasciandoli quindi senza informazioni sui minori in affidamento con il rischio che vengano dimenticati.[29]

·        Non è possibile un adeguato controllo sull’operato delle comunità tanto che il 59% dei TM dicono di avere difficoltà nelle ispezioni.[30]

·        Succede che il TM a volte, dopo le relazioni dei Servizi Sociali, manda i bambini fuori famiglia e poi in adozione perché genitori sono ritenuti maltrattanti. Contemporaneamente il Penale poi li assolve dicendo che “il fatto non sussiste”, ma i bambini rimangono egualmente lontani dai loro genitori anche in seguito.

Queste situazioni e tante altre riguardanti minori, passano sempre al vaglio dei Servizi Sociali che spesso danno valutazioni soggettive quando il loro stesso codice deontologico non glielo consente (Art.9) [31], e a volte anche prive di un oggettivo riscontro.

Sarebbe ovviamente stupido generalizzare sulle criticità delle loro prestazioni, come su quelle delle comunità,[32]ma il loro lavoro è talmente importante e decisivo per la sorte di tanti minori e delle loro famiglie che forse varrebbe la pena essere estremamente valutativi e sono sicuro che questa commissione lo sarà.

 

E qui chiudo, con le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II:

Il diritto-dovere educativo dei genitori si qualifica come essenziale […] pertanto non può essere totalmente delegato ad altri, né da altri usurpato.[33]

 

Grazie.



[3] https://www.camera.it/leg17/491?idLegislatura=17&categoria=017bis&ti-pologiaDoc=documento&numero=012&doc=intero cfr. con il Quaderno 19 del MLPS pag.13,18,19 E addirittura troviamo nel resoconto dello stesso Ministero del 2010 che il 37% dei bambini è collocato in un servizio residenziale in forma consensuale.pag.22 https://www.socialesalute.it/res/download/dicembre2012/ricerca_affido.pdf

“Tre affidamenti su quattro sono di natura giudiziale. È questa una evidenza trasversale all’intero territorio nazionale e da ricollegare da una parte alla tendenza a intervenire per via giudiziale sin dall’inizio nel caso di situazioni problematiche o caratterizzate da conflittualità o scarsa adesione della famiglia di origine al progetto di sostegno, e dall’altra al protrarsi delle permanenze di accoglienza per le quali, passato il termine dei due anni, l’affidamento da consensuale si trasforma d’ufficio in giudiziale essendo soggetto al nulla osta del Tribunale per i minorenni.”

Vedi: https://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/studi-e-statistiche/Documents/Quaderni%20della%20Ricerca%20Sociale%2046,%20Rilevazione%20dati%20bambini%20e%20ragazzi%20in%20affidamento%20anno%202017/QRS-46-Rilevazione-Coordinata-Anno-2017.pdf

[4] Art.1 comma 1,2, e 3

Comma 1.

“Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell'àmbito della propria famiglia.”
Comma 2 

“Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto.”
Comma 3.

“Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'àmbito delle proprie competenze, sostengono, con idonei interventi, nel rispetto della loro autonomia e nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, i nuclei familiari a rischio, al fine di prevenire l'abbandono e di consentire al minore di essere educato nell'àmbito della propria famiglia.”

[10] Vedi Quaderno della Ricerca Sociale 19 del MLPS Pag.26 https://www.socialesalute.it/res/download/dicembre2012/ricerca_affido.pdf

[11] Tavola 2.18/a - Minori dimessi dai presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari per tipo di destinazione e ripartizione geografica presenti al 31 dicembre 2014 (valori assoluti) in: http://documenti.camera.it/apps/nuovosito/Documenti/DocumentiParlamentari/parser.asp?idLegislatura=17&categoria=017bis&tipologiaDoc=documento&numero=012&doc=intero

[13] Per i minori di età inferiore a sei anni l’inserimento può avvenire solo presso una comunità di tipo familiare.” https://www.camera.it/parlam/leggi/01149l.htm

(rispettivamente il 57% da zero a due anni, e il 63% dai quindici ai diciassette anni).[…] Se per i ragazzi più grandi e prossimi alla maggiore età l’accoglienza in comunità è spesso il solo intervento esperibile per rispondere alla problematicità del caso, per i bambini da zero a due anni l’incidenza riscontrata rappresenta un’evidenza, se non proprio una criticità, sulla quale è stata suggerita una riflessione in riferimento a quanto disposto dalla legge n. 149 del 2001.”(Art.2 comma 2)

[14] Sarebbe bene in proposito leggersi l’articolo del dr. Vittorio Vezzetti pubblicato sulla prestigiosa rivista “Pediatria preventiva e sociale”, Organo ufficiale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale intitolato “Minori fuori famiglia, analisi e criticità di un fenomeno importante” in cui si mette in evidenza che i danni fisici derivano spesso dagli stessi danni della psiche. Infatti, il mantenere un bambino, soprattutto se molto piccolo, troppo a lungo in una situazione di stress senza proteggerlo con azioni terapeutiche, possono, specie in situazioni di carenza affettiva, dopo la separazione del minore da uno o entrambi i genitori, aumentare, agendo sulla lunghezza dei telomeri e sulla e sulla produzione di sostanze pro-infiammatorie, molte malattie del metabolismo, la sopravvenienza di cancro, patologie alle ossa dello scheletro.

E non solo. Se volete saperne di più andate nel mio blog Giuridico e Sociale e aprite il Quaderno 3 intitolato “Conseguenze nella qualità di vita del minore allontanato dai genitori”

Nota bene: Ci sono bambini appena nati che finiscono in comunità. Vedi in proposito il link: http://www.lavoro.gov.it/documenti-e-norme/studi-e-statistiche/Documents/Quaderni%20della%20Ricerca%20Sociale%2042%20-%20Affidamenti%20familiari%20e%20collocamenti%20in%20comunità%20al%2031%20dicembre%202016/QRS-42-Affidamenti-familiari.pdf

[16] Legge 184/1983 e segg. Art.4 comma 4. Nota: i 24 mesi sono prorogabili dal tribunale per i minorenni qualora la sospensione dell'affidamento possa recare pregiudizio al minore.

[18] L’On. Giannone ha anche detto che qualche minore ha potuto vedere i suoi genitori ma con l’obbligo di stare almeno ad un metro di distanza. Questo è successo ed il paradosso è stato anche che una mamma è stata multata di 400 euro perché un bambino le si è stretto al collo dopo 4 mesi che non la vedeva.

Nell’audizione del 2 Dicembre del 2020, il presidente del CNCM (Coordinamento Nazionale Comunità per Minori) ci confermava che era stato da loro richiesto ai TM un parere di come si dovessero comportare le comunità per le visite sospese e solamente 10 su 30 hanno risposto.

[22] Vedi http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Documents/Report-MSNA-mese-dicembre-2019.pdf

Per l’anno 2.020 vedi: http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Pagine/Dati-minori-stranieri-non-accompagnati.aspx in cui si dice che:

A gennaio erano irreperibili 117 su 443 entrati in territorio italiano

A febbraio erano irreperibili 118 su 327 entrati in territorio italiano

A marzo erano irreperibili 61 su 322 entrati in territorio italiano

Ad aprile erano irreperibili 12 su 84 entrati in territorio italiano

A maggio erano irreperibili 37 su 314 entrati in territorio italiano

A giugno erano irreperibili 215 su 305 entrati in territorio italiano

A luglio erano irreperibili 243 su 585 entrati in territorio italiano

Ad agosto erano irreperibili 260 su590 entrati in territorio italiano

A settembre erano irreperibili 445 su 731 entrati in territorio italiano

Ad ottobre erano irreperibili 360 su 818 entrati in territorio italiano

A novembre erano irreperibili 213 su 770 entrati in territorio italiano

A dicembre erano irreperibili 213 su 386 entrati in territorio italiano

[24] Commissione Infanzia fatta nel corso dell’audizione del 31.03.2015, nell’ambito di altra indagine conoscitiva in materia di prostituzione minorile. http://documenti.camera.it/apps/nuovosito/Documenti/DocumentiParlamentari/parser.asp?idLegislatura=17&categoria=017bis&tipologiaDoc=documento&numero=012&doc=intero

Cfr. http://documenti.camera.it/apps/nuovosito/Documenti/DocumentiParlamentari/parser.asp?id Legislatura=17&ca

[32] Alcune comunità svolgono un lavoro egregio e utile, tanto che Gianni Fulvi, presidente del CNCM in un congresso alla Camera dei Deputati, presente la Presidente dell’allora Commissione Infanzia, on. Brambilla, disse che i maggiori nemici delle comunità erano proprio coloro che lucravano indegnamente sulla vita dei bambini ospitati.

[33] Esortazione Apostolica “Familiaris Consortio” all'episcopato, al clero ed ai fedeli di tutta la Chiesa Cattolica circa il compito della famiglia cristiana nel mondo di oggi e specialmente, aggiungo, in questi giorni di Pandemia.

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